Mononucleosi infettiva reazione di Paul-Bunnell

Mononucleosi infettiva reazione di Paul-Bunnell

La diagnosi di mononucleosi infettiva viene posta attraverso la reazione di Paul-Bunnell, con cui è possibile rilevare gli anticorpi eterofili presenti in circolo nel paziente, anche se nella moderna letteratura clinica gli è stato preferito il mono test che garantisce una maggiore rapidità. Con questa sierodiagnosi si effettua un esame immunologico che permette di dimostrare la presenza di IgM anti-VCA ed anti-EA in corso di fase acuta, i quali tendono a scomparire con la remissione sintomatologica mentre anche dopo la guarigione è possibile rilevare le IgG anti-VCA e anti-EBNA che rimangono positive per tutta la vita. In genere per formulare una corretta diagnosi di mononucleosi infettiva nei soggetti di età pediatrica come nei neonati vengono impiegati altri tipi di test, come ad esempio la ricerca del DNA virale nei linfociti B del sangue periferico, vengono monitorati anche i valori di diversi parametri a livello epatico come la bilirubina e la fosfatasi alcalina che sono solitamente poco elevati invece i livelli delle transaminasi risultano significativamente maggiorati rispetto alla norma. Nello specifico quando si usa la reazione di Paul-Bunnell si ricerca la presenza a livello ematico degli anticorpi caratteristici della mononucleosi, presenti nel 90% dei casi, ed infatti questo test diagnostico si articola in due fasi: la reazione di Paul-Bunnell e la reazione di Davidsohn (da cui la definizione completa reazione di Paul-Bunnell-Davidsohn).

Come si esegue il test

Mononucleosi infettiva reazione di Paul-Bunnell

Il paziente che viene sottoposto al test di Paul-Bunnell-Davidsohn per identificare l’infezione virale della mononucleosi denota una specifica differenza rispetto ad un soggetto sano dal momento che mediante la cosiddetta reazione di Paul-Bunnell si riscontra un marcato potere di agglutinazione degli anticorpi eterofili: in genere un paziente sano presenta bassi titoli di anticorpi eterofili del gruppo delle agglutinine, capaci di reagire con eritrociti di alcuni mammiferi come cavallo e montone, invece a livello ematico nei pazienti con mononucleosi infettiva questi anticorpi presentano un alto potere di agglutinazione. Attraverso poi la reazione di Davidsohn si rileva un altro dato: nei soggetti in salute le agglutinine possono essere assorbite da un’emulsione di rene di cavia, mentre se si soffre di mononucleosi le agglutinine possono essere assorbite solo dalle emazie di bue.

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