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Malattie linfoproliferative come si evidenziano

Malattie linfoproliferative come si evidenziano

Il virus di Epstein-Barr una volta aggredito l’organismo può determinare una reazione virale scatenando malattie linfoproliferative con cui si identifica un gruppo di malattie derivate dalla proliferazione di formazioni tumorali di alcune cellule del sistema linforeticolare. Il soggetto affetto da questo quadro clinico evidenzia delle manifestazioni variabili strettamente connesso con il grado di differenziazione delle cellule coinvolte dalla modificazione. In ambito clinico le malattie linfoproliferative vengono classificate in quattro gruppi: leucemie, istiocitosi, linfomi, sindromi immunoproliferative; spesso le diverse forme possono trasformarsi in base alla localizzazione della sede delle cellule immature che possono invadere il sangue periferico, in alcuni casi le cellule possono essere identificate a livello degli organi linfatici, delle cellule che producono anticorpi e delle cellule del gruppo monocitico-macrofagico. Queste condizioni patologie spesso hanno natura neoplastica, ma possono verificarsi anche delle forme virali come nel caso della mononucleosi infettiva, del linfoma di Burkitt, della linforeticulosi benigna.

La sindrome linfoproliferativa autoimmune

malattie linfoproliferative

Viene definita sindrome linfoproliferativa autoimmune una malattia genetica alquanto rara caratterizzata da una reazione anomala da parte del sistema immunitario del soggetto che scatena una risposta nei confronti di alcune cellule dell’organismo, reagendo nei confronti delle piastrine e dei globuli rossi. La malattia si manifesta sin dall’infanzia con dei sintomi caratteristici rappresentati da episodi cronici di sanguinamento di naso e gengive, il paziente palesa poi i sintomi caratteristici dell’anemia e risulta particolarmente esposto al rischio di venir colpito da diverse infezioni; tra gli altri segni clinici comunemente presenti nel quadro sintomatologico della sindrome linfoproliferativa autoimmune si evidenziano anche rigonfiamenti dei linfonodi del collo e delle ascelle, possono riscontrarsi anche casi di ingrossamento di fegato e milza, oppure infiammazioni del fegato o dei reni. La trasmissione della malattia autoimmune è da ascrivere alla mutazione del gene FAS, a cui spetta il compito di codificare una proteina coinvolta nel processo di morte cellulare programmata ossia nell’apoptosi. Non esiste un approccio terapeutico specifico per trattare la patologia per cui si procede generalmente con delle precauzioni con lo scopo di prevenire le complicazioni della malattia, il medico raccomanda al soggetto di sottoporsi a vaccinazione contro diversi agenti virali, possono poi venir prescritti  steroidi, nei casi più severi possono essere necessarie trasfusioni di sangue.

Redazione

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