Virus Epstein-Barr linfoma di Burkitt nei casi endemici

Virus Epstein-Barr linfoma di Burkitt nei casi endemici

Il virus Epstein-Barr oltre ad essere coinvolto nella genesi della mononucleosi sarebbe anche implicato nello sviluppo di patologie più gravi, tra cui alcune malattie tumorali come il linfoma di Hodgkin ma anche il linfoma di Burkitt con coinvolgimento dei linfociti B maturi. Questa connessione tra agente virale e neoplasia è stato rilevato in particolare nei casi di linfoma di tipo endemico: la malattia tumorale risulterebbe strettamente associata al virus di Epstein-Barr (EBV) in quanto è stato appurato che questo tipo di tumori diffusi soprattutto nell’Africa Equatoriale porta il genoma di EBV nelle sue cellule, ma non si può dare per certo il ruolo eziologico nella patogenesi del linfoma di questo agente virale, inoltre non è stata evidenziata la sua possibile predisposizione nei confronti di questa neoplasia. Da indagini cliniche è emerso invece che esiste un rischio maggiore di sviluppare la malattia in condizioni di immunodeficienza, sia congenita che acquisita; è stato poi messo in evidenza che la maggiore incidenza delle patologie linfoproliferative si debba alle esposizioni a sostanze tossiche quali: pesticidi, erbicidi o solventi organici e a radiazioni ionizzanti. Maggiori informazioni sul quadro patologico si possono reperire su Mononucleosi linfoma di Burkit: relazione.

Il trattamento d’elezione del malato

virus Epstein-Barr linfoma di Burkitt
virus Epstein-Barr linfoma di Burkitt

Il malato colpito dalle manifestazioni tipiche del linfoma di Burkitt deve sottoporsi prontamente ad un trattamento specifico, in quanto si tratta di una condizione patologica estremamente aggressiva e dalla rapida crescita che può essere risolta attraverso il ricorso ad adeguate terapie. In genere il trattamento elettivo che viene impostato prevede delle sedute di polichemioterapia ad alte dosi  che si basa sulla somministrazione di ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, metotrexato, citarabina, ifosfamide, etoposide in associazione ad anticorpo monoclonale. Nella maggioranza dei casi il paziente raggiunge la remissione completa, non sono rari episodi di recidive che tendono ad insorgere di solito entro i primi 2 anni dopo la guarigione dalla neoplasia.