Viremia: propagazione a livello ematico delle particelle patogene
In caso di infezione virale, si parla di viremia per descrivere la propagazione a livello ematico delle particelle patogene infettanti, per cui l’agente infettante una volta penetrato all’interno del flusso ematico può proseguire il suo cammino infettivo accedendo a diversi distretti del corpo, con invasione di cellule, tessuti ed organi. Man mano che la viremia progredisce si possono evidenziare dei danni di entità più severa nell’organismo del soggetto infettato, in genere il danno risulta essere direttamente proporzionale alla carica virale, in presenza dunque di una carica virale estremamente alta allora maggiori alterazioni si registrano a carico delle funzioni biologiche del soggetto con pesantemente compromissione dei vari distretti. La condizione di viremia si riscontra attraverso l’analisi del virus o dei suoi prodotti mediante il processo di isolamento del virus e della sua visualizzazione, si può ricorrere anche al rilevamento-antigene diretto ed al rilevamento del DNA-RNA; tra le altre procedure diagnostiche si può seguire un metodo di rilevamento indiretto di viremia che si basa sullo studio della risposta immunologica al virus tramite individuazione di anticorpi, ma si può usare anche la metodica di attivazione dei linfociti oppure il rilascio di citochine. Altre informazioni utili su Immunologia diagnostica quali informazioni offre.
Le diverse forme di viremia
Si identifica una forma di viremia primaria quando si esamina il primo sito d’infezione del virus, dove il patogeno ha modo di riprodursi subito dopo il suo ingresso nell’organismo ospite; invece la forma secondaria si riscontra in seguito alla viremia primaria, durante la lenta propagazione del virus negli altri distretti, durante questo stadio si evidenzia una carica virale più elevata rispetto la viremia primaria. Si individuano altre due forme di cariche virali: la viremia attiva, che segnala la presenza delle sostanze virali nel circolo sanguigno sotto la diretta influenza di una replicazione incontrollata del virus direttamente a livello emativo; la viremia secondaria indica invece che il virus, dopo aver infettato il sangue, si diffonde attraverso il flusso del sangue senza replicarsi.