Mononucleosi, una malattia infettiva spesso sottovalutata

mononucleosi

La mononucleosi è una malattia importante le cui origini sono di natura infettiva. Tale patologia dunque si trasmette a causa di un virus. Esso è presente soprattutto nella saliva, ed è per questo che l’infezione è conosciuta anche come malattia del bacio. Il responsabile della mononucleosi è lo stesso che si trova nell’herpes virus.

I principali sintomi sono la spossatezza persistente, febbre alta, ingrossamento dei linfonodi e faringite, che nel giorno di pochi giorni si intensifica.

Questo disturbo una volta diagnostica tende a guarire nell’arco di poche settimane, senza determinare conseguenze particolari per il paziente.

Ce ne parla ampiamente anche Inran.it, in modo da avere un confronto.

Quando ad essere colpiti dalla mononucleosi sono gli adolescenti e le persone adulte, la patologia inizia a regredire nell’arco di pochi giorni. Il solo disturbo che tende ad essere presente per diversi mesi anche dopo aver debellato la mononucleosi è la stanchezza. Mentre la complicanza più temibile che si possa presentare è la rottura della milza.

Diffusione della malattia

La mononucleosi colpisce entro l’adolescenza circa il 50% della popolazione che vive nei paesi industrializzati. Essa al contrario compare in età precoce tra la popolazione in via di sviluppo.

Se si prende il considerazione il suo tasso di contagiosità, la malattia può determinare una vera e propria epidemia. Le condizioni di tale evento sono il rapporto stretto con persone affette, la frequentazione di ambienti molto affollati, e la mancanza di condizioni igieniche.

Stando alla ricerca circa il 90% della popolazione adulta almeno una volta nella vita ha contagiato la mononucleosi. La maggior parte di tali soggetti ha sviluppo in seguito gli anticorpi specifici, senza aver mai lamentato segnali di infezione.

Il contagio può avvenire sia in maniera diretta che indiretta mediante la saliva presente in gola, o l’urina, oppure attraverso i rapporti sessuali non protetti o con le trasfusioni di sangue.

La malattia può però essere contratta anche in maniera indiretta, tramite ad esempio l’utilizzo di oggetti precedentemente contaminati. Essi possono essere le posate, i bicchieri, i giocattoli dei bambini, i piatti oppure le piccole particelle che fuoriescono quando si tossisce. La contagiosità può permanere a lungo, perché l’espulsione totale dal virus tramite la faringe impiega anche un anno a scomparire. È importante inoltre considerare che quando si riattiva il virus, sono gli stessi portatori a divenire la prima fonte di contagio.

Se siete stati colpiti precedentemente da mononucleosi, qualsiasi contatto con persone affette sarà privo di conseguenze.

Cura farmacologica

Attualmente non vi sono medicinali specifici per la cura della mononucleosi, ma solamente trattamenti per la sintomatologia.

I farmaci che vengono somministrati nella maggior parte dei casi sono gli analgesici ed antipiretici come l’ibuprofene o il paracetamolo. Sono da escludere durante il trattamento quei medicinali che contengono al loro intero l’acido acetilsalicilico, ovvero una sostanza che può favorire complicanze nei bambini e negli adolescenti.

In casi gravi o in situazioni dove i farmaci di cui sopra non hanno mostrati gli effetti desiderati, si può ricorrere ad un trattamento con medicinali corticosteroidi.

Questi devono essere assunti sotto stretto monitoraggio da parte del medico di base e solo per pochi giorni. Una dosaggio molto elevato e per un tempo prolungato può determinare la comparsa di edema nelle vie respiratorie.

Nel caso in cui tutti questi farmaci dovessero fallire, il trattamento farmacologico per debellare la mono è a base di immunoglobuline.

È molto importante non somministrare mai farmaci antibiotici, perché in presenza di una patologia virale questi non hanno alcun effetto sul corpo, ma possono causare danni alle difese immunitarie.

Una volta che la sintomatologia è scomparsa del tutto, il paziente si può ritenere guarito dalla mononucleosi e può riprendere la sua vita normalmente.

Se credete di essere affetti da questo disturbo, vi consigliamo di rivolgervi tempestivamente dal vostro medico di base o farmacista di fiducia.