Immunologia diagnostica quali informazioni offre

Immunologia diagnostica quali informazioni offre

Come metodo di accertamento per identificare la presenza di una malattia infettiva si fa ricrso a delle specifiche tecniche di immunologia diagnostica, una branca della medicina che si occupa dei processi e dei meccanismi dell’organismo che distinguono fra sostanze, cellule, tessuti propri dell’organismo e quelli che si trovano all’esterno dell’organismo quali: tossine, veleni, batteri, virus, parassiti, organi trapiantati. Le tecniche immunologiche impiegano delle reazioni tra antigeni ovvero si servono di sostanze che, introdotte in un altro organismo, sono in grado di determinare la formazione di anticorpi. L’immunologia ha evidenziato la specificità del legame tra un anticorpo ed il suo antigene, una scoperta che ha portato alla nascita di diverse tecniche diagnostiche per la rivelazione di molecole immunogeniche ma anche per la diagnosi di condizioni patologiche. Vengono utilizzati degli anticorpi specifici come traccianti per una determinata molecola, si tratta di anticorpi resi detectabili attraverso una marcatura radioattiva, con un composto fluorescente o con un enzima capace di dar forma ad una colorazione se posto a contatto con adeguato substrato.

Alcuni tipi di analisi immunologiche

immunologia diagnostica
immunologia diagnostica

Come esempi di tecniche di immunologia diagnostica bisogna segnalare esami quali: le reazioni sierologiche, l’immunoblot, il test ELISA, i test per la ricerca di droghe, di microbi. Le diverse tecniche di mmunologia diagnostica permettono di analizzare i casi con sospetto o noto deficit immunologico con lo scopo di valutare il fenotipo e la funzione di popolazioni cellulari, inoltre la diagnostica delle immunodeficienze può essere condotta attraverso le analisi fenopiche e funzionali  dei linfociti T, B, NK e dei neutrofili; nei casi di sospetta immunodeficienza T si esamina di solito la risposta proliferativa delle cellule T, la capacità di esprimere il CD40 ligando e, tra i marker di attivazione, HLADR, CD69 e CD25.  Nel caso in cui il paziente evidenzia immunodeficienze B si prende in considerazione il fenotipo e la riposta proliferativa al CpG e al CD40 ligando come anche la produzione di anticorpi in vitro.