Come si riproduce l’Epstein-Barr virus

Come si riproduce l’Epstein-Barr virus

Degli specifici meccanismi permettono a qualsiasi agente virale di proliferare, per riuscire a capire come si riproduce l’Epstein-Barr virus bisogna partire dal momento dell’aggressione. Per riprodursi l’agente virale ha bisogno delle strutture interne di una cellula per cui le cellule bersaglio preferite dal virus sono i linfociti B con trasmissione orofaringea e quelle che vanno a formare i tessuti epiteliali orofaringei; dapprima il virus penetra in questi tessuti per attivare il suo processo di replicazione, ed in seguito viene liberato dalle cellule epiteliali faringee colpite nella saliva, raggiungendo i linfociti B che vengono in questo modo infettati. Va precisato che sulla membrana esterna dell’Epstein-Barr virus sono presenti delle glicoproteine specifiche capaci di coniugarsi con un recettore che consente di attaccare i linfociti, questo gruppi di globuli bianchi hanno nella loro membrana il recettore che serve al virus per legarsi. Quando il virus si congiunge al recettore ha modo di penetrare all’interno del linfocita ed il suo DNA si insinua all’interno dell’anticorpo attaccato attraverso una forma episomiale dove il DNA del virus assume una forma circolare e non si aggrega al materiale genomico dell’ospite; il DNA virale può legarsi anche in forma integrata congiungendosi con il genoma dell’ospite in tal caso avrà un inizio del ciclo replicativo del virus che determina la morte della cellula infetta per lisi. Maggiori informazioni si trovano su Mononucleosi aumento delle cellule mononucleate.

I diversi gradi di latenza

come si riproduce l’Epstein-Barr virus
come si riproduce l’Epstein-Barr virus

La riproduzione dell’Epstein-Barr virus si attiva non appena si scatena il focus infettivo all’interno della cellula ospite per poi proseguire attraverso i pori nucleari della cellula che è stata infetta dove il genoma virale entra in contatto con il DNA della cellula da qui hanno inizio la trascrizione genica e la replicazione del DNA. Bisogna precisare che se il DNA si trova in forma episomiale ne consegue uno stato di latenza per cui il virus non si moltiplica nella cellula, in genere il periodo di latenza può durare per diverso tempo. In genere si vengono a distinguere diversi tipi di latenza del virus quali: latenza I, una condizione nella quale l’EBV rimane per tutta la vita nelle cellule B della memoria del portatore sano; latenza II, si tratta di una forma connessa a diverse condizioni patologiche (malattia di Hodgkin, carcinoma del rinofaringe, alcuni tipi di linfomi); latenza III rintracciabile in diversi quadri clinici di soggetti colpiti da linfoma. Per altre notizie si rinvia all’articolo Meccanismo di propagazione del virus Epstein-Barr nell’uomo.